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Le differenze tra Networking e raccomandazione

Esistono diversi modi per trovare lavoro, un ruolo fondamentale però lo giocano le conoscenze.
Conoscere altri professionisti aiuta molto nella ricerca di un impiego, ma non dobbiamo confondere il networking con la raccomandazione.

“Quello che ho riscontrato nella mia esperienza di analista del mondo del lavoro e formatore è che alcuni strumenti considerati ancora prioritari come il curriculum vitae e la lettera di accompagnamento sono sempre meno efficaci mentre funziona sempre benissimo sfruttare le conoscenze.”

Gianluigi Bonanomi

Anche se all’apparenza possono sembrare simili, networking e raccomandazione in realtà si trovano su due piani ben distinti. Entrambi partono dal principio delle conoscenze comuni, ma da una parte abbiamo legami solidi, fondati sulla fiducia reciproca e il talento, dall’altra invece si trovano spesso relazioni di potere e l’assenza di un giudizio meritocratico. Per comprendere meglio l’argomento, analizziamo alcune delle principali differenze tra networking e raccomandazione.

Lo scopo

Chi raccomanda, spesso, lo fa per ricevere qualcosa in cambio. Lo scopo della raccomandazione non è tanto il benessere di una azienda, ma il benessere di chi raccomanda. Si tratta spesso di una relazione di potere, dove un individuo ne spinge un altro perché si aspetta di ricevere in futuro benefici e agevolazioni. Nel networking, invece, il legame che si instaura è basato sulla fiducia e sullo scambio di informazioni e opportunità in una logica di condivisione: si tratta di una relazione alla pari, dove il networker rappresenta un vantaggio per l’azienda e viceversa.

Il talento

La raccomandazione non prende in considerazione il valore e il talento di una figura professionale. Una persona raccomandata può essere talentuosa e giusta per un determinato lavoro, ma purtroppo non sempre è così. Spesso si tratta di qualcuno poco affine all’impiego, di un amico o addirittura di un familiare di chi raccomanda. La persona raccomandata infatti potrebbe non avere le skill necessarie, o non meritarsi il lavoro e ricevere favoritismi solo in virtù del raccomandante. Mentre nel networking, la persona chiamata a ricoprire una posizione lavorativa è chiamata proprio per il suo talento, già riconosciuto dal datore di lavoro. Quando qualcuno si affida alla sua rete di contatti per cercare un collaboratore, lo fa perché ha fiducia in quella persona e conosce le sue abilità.

I protagonisti

Una differenza tra raccomandazione e networking è anche il ruolo che giocano i protagonisti di queste relazioni. Nel processo di raccomandazione, chi si mette più in gioco è colui che raccomanda non la persona che poi riceverà l’incarico. Nel networking, invece, è proprio la persona che poi dovrà essere assunta a metterci la faccia e mostrarsi per quello che è. Per questo motivo è molto importante per un networker instaurare legami professionali solidi così da mettere in risalto il proprio talento. Facendo questo, risulterà agli occhi delle persone nella sua rete come un valido collaboratore e un valore aggiunto per le aziende in cui lavorerà.

In conclusione, le conoscenze giocano un ruolo fondamentale nel mondo del lavoro, ma il valore che queste assumono dipende dalla tipologia di relazione instaurata. Mentre la raccomandazione assume un valore negativo, dove prima del dare c’è il ricevere, il networking ha un valore positivo. In quest’ultimo si parla di una relazione alla pari, dove il networker rappresenta un vantaggio per l’altro.

Costruirsi la propria rete quindi agevola molto il proprio percorso professionale, è un modo per farsi conoscere e costruire relazioni durature mettendo in evidenza i propri punti di forza. Oggi esistono molti modi per fare networking, ma la parte più difficile è iniziare. Per rompere il ghiaccio potrebbe essere utile partecipare a dei Business Speed Date, brevi incontri di approfondimento tra professionisti. Un one-to-one che non si concentra sulle formalità, bensì sulla qualità della relazione professionale che si vuole costruire.

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